Solema automatizza il fine linea con il cobot ABB GoFa

C’è un passaggio sottile, ma determinante, che separa l’automazione di processo dall’automazione intelligente. In quell’intervallo si colloca oggi l’esperienza di Solema, realtà italiana attiva da oltre quarant’anni nella meccanizzazione per l’industria della carta e del packaging, che ha recentemente integrato il cobot ABB GoFa all’interno del proprio sistema di pallettizzazione Omega 693, segnando un momento chiave nella propria evoluzione industriale.

Nata per servire il mondo della legatoria e dei comparti grafici, l’azienda ha saputo strutturare nel tempo una gamma completa di soluzioni dedicate all’automazione di fine linea, senza tuttavia riuscire, fino a poco tempo fa, a intervenire sull’aspetto più gravoso e ripetitivo: la pallettizzazione manuale. Gli operatori erano chiamati a movimentare carichi di carta per centinaia di chilogrammi a turno, con un impatto costante sull’ergonomia e sulla qualità delle condizioni operative. Oltre al rischio fisico, questa attività si traduceva anche in una perdita di attenzione e produttività nelle fasi successive della linea.

La sfida, dunque, era duplice: integrare un robot e definire con precisione un’interfaccia collaborativa e flessibile, in grado di adattarsi a diverse tipologie di prodotto — dai separatori in cartone ondulato fino a pile di libri e scatole — e di operare in ambienti condivisi senza interrompere la presenza umana. La risposta è arrivata dalla collaborazione con ABB, che ha messo a disposizione non solo il braccio GoFa, ma un ecosistema completo, composto da ambienti di simulazione avanzati, software nativi e interfacce progettate per una programmazione intuitiva da parte dell’utente finale.

L’integrazione è stata curata direttamente dal team R&D di Solema, che attraverso l’ambiente virtuale ABB RobotStudio ha potuto testare in anticipo il comportamento del sistema e adattarlo agli standard produttivi dell’azienda. Il risultato è una sequenza di pallettizzazione precisa, ordinata e scalabile, che ha generato fin da subito un incremento di produttività superiore al 20% e un alleggerimento sensibile delle mansioni per gli operatori, ora impiegati in attività a maggiore valore aggiunto.

A rendere possibile questo salto è stato anche lo sviluppo di un software dedicato integrato nell’interfaccia FlexPendant, che consente di configurare, memorizzare e modificare autonomamente diversi schemi di pallettizzazione. Un vero cambio di paradigma per l’azienda bergamasca nella gestione del fine linea, che sposta il baricentro dalla forza fisica alla capacità configurativa e all’ottimizzazione dei flussi.

Nel raccontare questa transizione, Luca Parsani, responsabile business dell’azienda, evidenzia come la scelta della robotica ABB sia maturata proprio dalla volontà di potenziare l’affidabilità dell’offerta con una tecnologia riconosciuta, consolidata, ma al tempo stesso aperta alle esigenze specifiche di ogni cliente. 

“eQuando anni fa abbiamo iniziato a integrare la robotica nella nostra offerta di automazione, cercavamo un fornitore solido, con un marchio riconosciuto e una struttura di supporto valida sia a livello locale che internazionale. La scelta è ricaduta su ABB per la professionalità, la flessibilità, la gamma collaudata e le tecnologie all’avanguardia”, spiega Parisani.

Questa prima implementazione segna, di fatto, l’inizio di un percorso evolutivo. E lo fa nel solco di un’innovazione concreta, calibrata sulle esigenze reali del settore, capace di coniugare efficienza e sicurezza, esperienza operativa e flessibilità digitale. Un segnale chiaro che, anche in contesti produttivi consolidati, il futuro può prendere forma a partire da un nuovo gesto meccanico.

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